Sabato 16 settembre 2017, dalle 18.30 alle 21.30, presso la Galleria del Museo d’Arte Urbana, via Rocciamelone 7 c Torino, inaugurazione della mostra collettiva “Nuova Officina Torinese # cinque”, a cura di Edoardo Di Mauro e Daniele D’Antonio
Opere di Marco Abrate REBOR, Bahar Heidarzade, Serena Lobosco, Nk
Spazio Temporaneo # sette : opere di 3Vetro
Concerto blues e country di Carl Lee
Le mostre saranno allestite fino al 9 ottobre, apertura lunedì ore 17-19 o su appuntamento
Sabato 16 settembre, partenza ore 16.00 dal sagrato della Chiesa di San Alfonso, Street Art Tour.
Visita in bicicletta alle opere del MAU ed al Borgo Campidoglio. Info e prenotazioni streetartourtorino@gmail.com
https://www.facebook.com/events/1980057565603696/
Domenica 17 settembre, partenze ore 15.30 e 17.00, Chiesa San Alfonso e torretta Piazza Risorgimento lato via Rosta, visite guidate alle opere del MAU, al Borgo Campidoglio ed al Rifugio Antiaereo, per la trentesima edizione della Festa dell’Uva. Info e prenotazioni Numero Verde 800 329 329 – 335 6398351
Sponsor Istituzionali : Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT
Sponsor Tecnici : OIKOS Colore e Materia per l’Architettura, Fiammengo Federico srl
Patrocinio : Accademia Albertina di Belle Arti
Partner : Officine Brand www.officinebrand.it, Tribù del Badnightcafè/Cabina dell’Arte Diffusa, Galleria Campidoglio www.galleriacampidoglio.it
Info : 335 6398351 info@museoarteurbana.it www.museoarteurbana.it
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NUOVA OFFICINA TORINESE # cinque
Dopo la seconda metà degli anni ’70, quando viene meno la spinta propulsiva delle avanguardie storiche della prima e della seconda metà del secolo l’arte si incammina lungo un percorso di citazione delle esperienze del passato in cui si può intravedere il rimpianto per la perdita di antiche certezze, atteggiamento che è rispecchiamento ed emanazione della parallela condizione strutturale della politica e della religione. Il nichilismo che caratterizza l’ultimo quarto del Novecento è figlio di questo stato di cose e l’arte ne affianca l’incedere con un atteggiamento di esasperato individualismo solo in determinati casi portatore di autentico rinnovamento linguistico.
Tuttavia in questi anni d’esordio del nuovo millennio si intravede la possibilità di una “terza via” al di là di improbabili volontà di restaurazione di una classicità statica o di un totale annullamento dell’arte nel reale e nella comunicazione : un atteggiamento che, pur partecipando alle vicende del quotidiano, interviene su di esse per gettarvi verità, resistendo al conformismo ed alla massificazione dell’opera per restituire all’arte grandezza progettuale e dignità estetica, e questo nonostante l’arte sia divenuta ormai componente non marginale della contemporanea “società dello spettacolo”.
L’ultima generazione affianca la valorizzazione della propria individualità con la riscoperta di una dimensione comunitaria del progettare, e l’uso delle nuove tecnologie con la consapevolezza dell’importanza di una corretta impostazione formale ; l’approdo è un risultato in cui spesso il linguaggio trascende l’immanenza del quotidiano in un eclettismo stilistico dove continuano a convivere e ad integrarsi varie possibilità espressive che allargano il campo della ricerca, con la pittura a giocare ancora un ruolo fondamentale di mediazione e sintesi dei linguaggi
Questa collettiva, a cura di Edoardo Di Mauro, è la sesta di una serie che si protrarrà nel tempo, in una accezione multidisciplinare, assumendo i contorni di un vero e proprio “brand”.
La prima si inaugurò nel settembre 2015, all’epoca della collaborazione con la HulaHoop Gallery di Togaci Gaudiano nella sede del Museo d’Arte Urbana, con il titolo di “Nuova Officina Torinese # zero”, la seconda sabato 7 maggio 2016, in abbinamento ad una serata bianca in via Rocciamelone, la terza il 16 settembre 2016, la quarta il 24 febbraio 2017. la quinta il 16 giugno.
“Nuova Officina” getta lo sguardo sulla situazione attuale del panorama della giovane arte del capoluogo subalpino, da sempre luogo ideale per intuire i percorsi dell’avanguardia, con una particolare attenzione nei confronti di quella fucina di talenti che è l’Accademia Albertina di Belle Arti.
In mostra sarà possibile fruire di un ennesimo significativo spaccato della scena cittadina e regionale, fotografata in un momento di crisi e di passaggio, al tempo stesso caratterizzato da un intensa e quasi frenetica carica creativa, che si traduce in una miriade di eventi giornalieri, spesso collocati in luoghi e spazi poco canonici, con una estroversione ed una empatia che rivaluta la dimensione comunitaria.
Nella Galleria del Museo d’Arte Urbana saranno presenti, sabato 16 settembre 2017 dalle 18.30 alle 21.30, quattro autori.
Marco Abrate Rebor è un giovane studente di Grafica all’Accademia Albertina, che con tenacia e coerenza è riuscito in breve tempo a far conoscere ed apprezzare il suo lavoro. La ricerca di Rebor si pone al centro della scena urbana, ma con modalità ampie e non limitate ad una sola dimensione operativa. L’autore si introduce negli anfratti dello spazio pubblico, va alla ricerca di pareti che presentino scrostature figlie dell’umidità o della semplice incuria, dove si insinua con la delicatezza del suo tratto creando icone filtrate dalla memoria, talvolta destinate a rimanere sulla superficie murale, in altri casi facendo tagliare la stessa da abili artigiani per proporla singolarmente nello spazio espositivo, od ancora amplificandone la diffusione con la tecnica della poster art. Ma Rebor va anche oltre, proponendo performance neo situazioniste nello spazio metropolitano, adoperando materiali di recupero integrati ad altri già presenti, o creando sculture dove la dimensione del presente si congiunge a quella del mito e del ricordo.
Bahar Heidarzade è una studentessa iraniana dell’Accademia Albertina. Da tempo ormai sto notando ed ammirando la qualità artistica della folta pattuglia di studenti persiani che frequentano l’Albertina. Il lavoro della Heidarzade è centrato sulla pittura, ed è attualmente basato su due modalità di ricerca. Nella prima l’autrice tratteggia, su sfondo informale, sagome ed anatomie femminili, come ad indicare una traccia di vissuto e di memoria. Nell’altra la figura si pone invece esplicitamente alla ribalta ed in primo piano, con una tecnica mista dove comunque la pittura prevale, ed è evidente il richiamo alla dimensione sociale attuale dell’Iran ed alla sua tradizione culturale millenaria.
Serena Lobosco è studentessa della Scuola di Pittura dell’Albertina, Con lei siamo in presenza della rivalutazione dell’importanza del disegno e della componente anatomica nella tradizione artistica italiana, dal Rinascimento in poi. L’artista realizza composizioni, per lo più pastelli a cera su tavole di legno di pioppo, dove compaiono, con postura rigorosamente bidimensionale, figure maschili e femminili, isolate o talvolta in coppia, rese nella loro nuda essenzialità, sancita dalla tonalità in bianco e nero, solo parzialmente violata dall’inserimento di foglie d’oro o d’argento. Il riferimento concettuale è all’eternità ed atemporalità del mito classico, la cui narrazione può ancora agevolmente essere calata nella dimensione attuale, ideale ponte tra pre modernità e post modernità.
Nk (Claudio Chiarello), è un giovane artista alessandrino che adopera lo stencil, tecnica antica ma oggi quanto mai contemporanea, per realizzare una variegata e fantasiosa serie di icone tratte dall’immaginario della scena metropolitana, della fiaba, del fumetto, del cinema e dei media. Nk è un raccoglitore di immagini e di icone provenienti dalla immensa banca dati dell’immaginario collettivo, che riproduce su tela con tecnica consapevole e raffinata, rigorosamente minimali nel timbro del colore, per sottrarle all’enfasi ed alla celebrazione, e collocarle nel sito di una memoria storica necessaria per comprendere le dinamiche della nostra realtà
Per Spazio Temporaneo # sette, allestite nella parete della seconda sala della Galleria del MAU, opere di 3Vetro (Enrico Zanini). 3Vetro è un giovane artista di Carmagnola che si esprime nella dimensione della street art, con cui intende evidenziare il disagio e le contraddizioni della condizione attuale, dove tutto sembra apparentemente immerso in una dimensione”liquida”, da cui si fa fatica ad intravedere una progettualità futura. Condizione che si può superare con il supporto della creatività e della dimensione comunitaria. L’artista si esprime tramite interventi diffusi in aree dismesse, lavori su commissione ed immagini figurative ispirate, con fare psichedelico, al mondo del fumetto.
Edoardo Di Mauro