Il 19 dicembre 2013 l’Associazione Culturale “Enzo Filippone” ha proiettato a Settimo Torinese il film “La nascita di una piazza”, ideato dall’Associazione con la Mao Film e la Fondazione ECM, in occasione della mostra sulla PARAMATTI “Archimatti e Paramede” presso la Biblioteca Archimede in Piazza Campidoglio. Il film racconta appunto la nascita di Piazza Campidoglio, in una visione romanzata che mostra l’arrivo dei soci fondatori, Ernesto Ratti e Annibale Paramatti reduci da un viaggio del tempo che li spinge a cercare la loro fabbrica, che avrà sede a Settimo fino agli anni 1970, per poi essere trasferita in località Greggio fino al 1998, quando il marchio viene rilevato dalla società J Colors di Lainate (MI). I due soci, Ernesto Ratti e Annibale Paramatti, morirono prima di vedere completato lo stabilimento, che da Borgo Campidoglio dovette trasferirsi a Settimo Torinese.
http://digilander.libero.it/enzossgf/Altr_07_11_12.html
Fino ad oggi la localizzazione esatta della sede dello stabilimento di Via Locana in Borgo Vecchio Campidoglio non era nota. Grazie ai contatti fra il Presidente del MAU-Museo di Arte Urbana, Prof. Edoardo Di Mauro, e l’Associazione Culturale “Enzo Filippone” già nel 2013, agli inizi della realizzazione del film su Settimo Torinese, e a recenti ricerche della Responsabile Archivio del MAU, D.ssa Barbara Bordon, si è arrivati a definire la sede della Ratti & Paramatti in Via Locana al civico 14, palazzina su cui è stata realizzata nel 2002 un’opera murale di Enrico De Paris (http://
Nel 1896 dal piccolo stabilimento Ratti & Paramatti in zona Campidoglio in Via Colleasca, ivi trasferito da tempo dal retrobottega della farmacia di Giuseppe Ratti in Via S. Francesco d’Assisi, esce un nuovo prodotto dalle caratteristiche rivoluzionarie per quel tempo, lo Psicogranoma.
E’ un nuovo smalto inalterabile, antisettico, disinfettante, capace di risanare i muri sui quali umidita’ ed esalazioni di ogni genere abbiano compiuto guasti devastanti. Il prodotto, una vera scoperta per quel tempo, raccolse un tale successo che, per seguire e controllare adeguatamente il mercato, la Paramatti dovette crearsi un proprio codice telegrafico di 856 pagine fitte di 212.000 voci! La societa’ entrava così alla grande nel settore delle vernici per l’edilizia.
Intanto nel 1903 Annibale Paramatti è rimasto solo a guidare l’azienda che nel 1906 prende il nome di “Fabbrica Nazionale di Vernici, Colori e Pennelli Paramatti”.
Annibale Paramatti mancava poco piu’ di un anno dopo essere divenuto Presidente. Intanto Torino si espandeva verso le sue barriere e nell’espansione rimaneva coinvolta anche la zona del Campidoglio.
Il progetto originale del nuovo fabbricato Ratti e Paramatti in Borgo Vecchio Campidoglio si trova depositato presso l’Archivio Storico del Comune di Torino, con data 11 giugno 1904 a firma dell’Ing. Bonelli. Lo stabilimento sarà ulteriormente ampliato nel 1907.
Cartolina PARAMATTI del 1907
Veduta aerea Torino (1961, Archivio Storico di Torino) con focus area Campidoglio, nel rettangolo rosso dove sorgeva la Paramatti vernici. (fonte: Carmelo Velardo)
L’impetuoso sviluppo dell’azienda aveva sollevato il problema di un nuovo ampliamento: viene prescelta la zona di Settimo Torinese, alle porte del capoluogo, sulla strada per Milano: qui tra il 1913 e il 1914, vengono trasferiti lo stabilimento, gli uffici, la sede legale. L’attivita’ industriale dell’azienda si concentra sempre piu’ sulla produzione di vernici, smalti e pitture.
Il negozio PARAMATTI in Via San Francesco D’Assisi nel 1950
La PARAMATTI a Settimo Torinese
Nel 1890 viene fondata la ditta Nicola, per la produzione di colori. La sua comparsa è all’origine dell’industria settimese delle vernici che, nelle sue varie articolazioni, vedrà sorgere una serie di società, alcune delle quali di rilevante interesse, quali la Paramatti e la Siva. La prima di queste, rifondata nel 1906 sulle ceneri della disciolta “Ratti & Paramatti” di borgata Campidoglio in Torino, inaugura nel 1914 il proprio stabilimento nella spina compresa tra gli assi stradali delle attuali vie Torino e Cavour, dove la produzione proseguirà, con progressivi ammodernamenti nel ciclo delle lavorazioni, sino al tramonto del decennio 1970.
Lo stabilimento era appena completato quando prende a tuonare il cannone della prima guerra mondiale e la Paramatti, come la quasi totalita’ delle industrie che possono farlo, si orienta sulla produzione di guerra: il grigio-verde e’ il colore dominante.
Non appena il conflitto finisce la societa’ si preoccupa di riprendere senza indugi il proprio posto sul mercato nazionale e su quelli esteri allargando anzi l’uno e gli altri. Vengono acquistati nuovi terreni a SettimoTorinese allo scopo di raddoppiare l’area dello stabilimento e di migliorarne la capacita’ produttiva allargata ora agli smalti nitrocellulosici per carrozzeria, agli smalti gliceroftalici, alle vernici a struttura complessa, alle pitture ad acqua. Vengono contemporaneamente acquistati immobili in cui installare depositi regionali a Milano, Genova, Padova, Roma e nella stessa Torino.
Ed è per iniziativa di un ex dipendente della Paramatti che, nel 1919 viene aperta la ditta Caldera, destinata anch’essa alla produzione di lacche e vernici.
La fabbrica PARAMATTI a Settimo nel 1917 (realizzata dalla impresa di costruzioni Delsedime http://delsedime.v3sessanta.it/about-us/corp-history/)
Veduta stabilimento PARAMATTI a Settimo nel 1926
Lo stabilimento nel 1942
Una foto d’epoca degli operai della Paramatti di via Torino
(fonte: http://12alle12.it/un-mattoncino-per-ricostruire-la-memoria-di-una-fabbrica/)
Vista di insieme dello Stabilimento PARAMATTI nel 1996
Catalogo PARAMATTI 1950
Trasferitasi negli anni a Settimo Torinese e poi a Vercelli, gli stabilimenti Paramatti si distinguono per modernità e tecnologia. Quello di Settimo è tra l’altro stato recentemente nominato monumento storico di architettura industriale.
Il successo dei prodotti Paramatti è tale che negli anni ’70 e ’80 la Paramatti è l’unica società di vernici quotata in borsa, titolare di un ingente patrimonio immobiliare. Negli anni seguenti l’azienda diviene però oggetto suo malgrado di operazioni finanziarie che niente hanno a che vedere con la sua attività industriale.
Dopo vari passaggi di proprietà, marchio ed organizzazione commerciale vengono rilevati dal Gruppo JColors nel 1984 e in breve tempo il marchio ritorna ai fasti dei decenni precedenti, per continuare una tradizione ultracentenaria di qualità e organizzazione.
L’Azienda PARAMATTI e come si racconta sul web
http://www.paramattivernici.it/it/l-azienda.html
http://b2b.paramattivernici.it/p_IT_storia.phtml
Cosa c’e’ dietro un nome ?
Oggi si dice Paramatti, e si pensa a un grande stabilimento, a capannoni, a macchinari complessi e moderni, a filiali e depositi, a un’attiva rete di vendita, a un nome affermato in Italia e all’estero. |
|
Se vi riesce, un’azienda diventa un nome e la gente che lo legge via via su migliaia di latte, contenitori, scatole e casse d’ogni tipo, nei negozi, nei cantieri, nelle fabbriche, su giornali, sui muri stessi delle citta’, sa queste cose d’istinto e a quel nome si affida con sicurezza e con fiducia. Oggi Paramatti guarda un poco alle proprie spalle, a quando e’ nata, al cammino percorso, alla lunga strada ritmata dal passo di cinque generazioni. Si tratta di una crescita che ha avuto l’esaltante avventura di verificarsi insieme alla crescita, anzi alla nascita stessa, della nostra nazione, all’affermarsi tumultuoso ma costante e perentorio della rivoluzione industriale e della moderna civilta’. |
|
Era infatti l’anno 1847 quando a Torino, in una via non lontana dal Palazzo Reale… Quella via si chiama oggi S. Francesco d’Assisi, nel centro storico di Torino. C’era allora in quella strada una farmacia e il suo proprietario, Giuseppe Ratti, era uno di quegli uomini al passo con i tempi i quali, oltre a far bene il proprio lavoro di ogni giorno, si pongono continuamente domande per risolvere meglio i nuovi problemi posti dall’incalzare del progresso, un uomo che si teneva aggiornato su libri e gazzette circa le scoperte degli scienziati e sulle relative applicazioni tecniche. |
|
E’ lui, il farmacista Giuseppe Ratti, ben presto coadiuvato dal figlio Ernesto, che da’ inizio nel retrobottega della farmacia alla lavorazione di colori e vernici. In quell’anno 1847 l’elica ha gia’ sostituito le pale della Savannah sulle navi che attraversano l’oceano; proprio in quell’anno Morse inventa il telegrafo scrivente, Parigi ha la sua prima illuminazione pubblica, Milano e Napoli vedono i primi treni portare “viaggiatori di corte” a Monza e a Portici, a Torino si cominciano ad installare i binari che l’anno successivo collegheranno la citta’ con Moncalieri per spingersi l’anno dopo ancora fino ad Asti. La piccola fabbrica di colori e vernici inizia così con progresso continuo la propria attivita’. |
|
E’ quello il periodo tumultuoso e intenso delle vicende nazionali, delle annessioni e dell’Unita’, il periodo in cui il piccolo Piemonte cresce e diventa Regno d’Italia. Nel 1870 Annibale Paramatti porta il proprio contributo all’azienda che deve far fronte a uno sviluppo tumultuoso: con lui la ragione sociale diventa “Ratti & Paramatti”. 1896: e’ l’anno di Adua, delle dimissioni di Crispi, di gravi tensioni nella vita del paese, ma e’ anche l’anno in cui Guglielmo Marconi da’ al mondo il telegrafo senza fili, il radiotelegrafo. Torino, non piu’ capitale del regno, e’ una citta’ tesa sulla strada di un progresso rapido e vigoroso: non a caso tre anni dopo, nel 1899, nascera’ a Torino la FIAT. Appunto nel 1896 la Ratti & Paramatti sempre ai primi posti in quella corrente di progresso, ha un colpo di fortuna quasi a premiare l’ansia di ricerca dei suoi proprietari: dal piccolo stabilimento, trasferito da tempo dal retrobottega della farmacia alla nuova sede in zona Campidoglio per far fronte alle sempre crescenti esigenze del mercato, esce un nuovo prodotto dalle caratteristiche rivoluzionarie per quel tempo, lo Psicogranoma. |
|
E’ un nuovo smalto inalterabile, antisettico, disinfettante, capace di risanare i muri sui quali umidita’ ed esalazioni di ogni genere abbiano compiuto guasti devastanti. Il prodotto, una vera scoperta per quel tempo, raccolse un tale successo che, per seguire e controllare adeguatamente il mercato, la Paramatti dovette crearsi un proprio codice telegrafico di 856 pagine fitte di 212.000 voci! La societa’ entrava così alla grande nel settore delle vernici per l’edilizia. |
|
Intanto nel 1903 Annibale Paramatti rimasto solo a guidare l’azienda che nel 1906 prende il nome di “Fabbrica Nazionale di Vernici, Colori e Pennelli Paramatti”, un nome che ormai, in Italia e fuori, ha un peso e un’autorita’ che nessuno potra’ piu’ indebolire o cancellare. Annibale Paramatti mancava poco piu’ di un anno dopo essere divenuto Presidente e la Societa’ perdeva il suo fondatore, colui che le aveva dato se non proprio i natali, la potenza e la fama. Intanto Torino si espandeva verso le sue barriere e nell’espansione rimaneva coinvolta anche la zona del Campidoglio. |
|
L’impetuoso sviluppo dell’azienda aveva sollevato il problema di un nuovo ampliamento: viene prescelta la zona di Settimo Torinese, alle porte del capoluogo, sulla strada per Milano: qui tra il 1913 e il 1914, vengono trasferiti lo stabilimento, gli uffici, la sede legale. L’attivita’ industriale dell’azienda si concentra sempre piu’ sulla produzione di vernici, smalti e pitture. Lo stabilimento era appena completato quando prende a tuonare il cannone della prima guerra mondiale e la Paramatti, come la quasi totalita’ delle industrie che possono farlo, si orienta sulla produzione di guerra: il grigio-verde e’ il colore dominante. Non appena il conflitto finisce la societa’ si preoccupa di riprendere senza indugi il proprio posto sul mercato nazionale e su quelli esteri allargando anzi l’uno e gli altri. Vengono acquistati nuovi terreni a SettimoTorinese allo scopo di raddoppiare l’area dello stabilimento e di migliorarne la capacita’ produttiva allargata ora agli smalti nitrocellulosici per carrozzeria, agli smalti gliceroftalici, alle vernici a struttura complessa, alle pitture ad acqua. Vengono contemporaneamente acquistati immobili in cui installare depositi regionali a Milano, Genova, Padova, Roma e nella stessa Torino. Durante il secondo conflitto mondiale, in quel periodo che tanto sconvolge la vita e le speranze di ogni italiano, la Paramatti consolida e prepara, come si e’ detto, il proprio assetto immobiliare per meglio essere pronta a fronteggiare il domani. |
|
E’ del secondo dopoguerra l’impegno arduo per la ricostruzione della organizzazione di vendita e l’ammodernamento di tutta la struttura tecnico-commerciale che attuati dovranno portare la Paramatti nel ristretto novero delle industrie piu’ complete e competitive del paese: in questo quadro nel 1963 la produzione dei pennelli cede il posto a prodotti vernicianti piu’ essenziali. | |
E arrivano i modernissimi impianti per la lavorazione delle resine sintetiche, nuovi macchinari e attrezzature, apparecchi di studio, di collaudo e di controllo. La capacita’ produttiva raggiunge ormai le 6.000 tonnellate annue. Com’era avvenuto per l’area di Torino anche quella di Settimo Torinese si rivela insufficiente sia di fronte alla pressione della citta’, di cui Settimo e’ ormai divenuta un satellite, sia ai fini della stessa economicita’ della produzione e della suo progressiva espansione. Viene individuato in Greggio, in provincia di Vercelli, a meta’ strada fra Torino e Milano, lungo l’autostrada, il terreno sul quale far sorgere il nuovo modernissimo impianto. Si tratta di una superficie di 258.000 metri quadrati sulla quale nel 1969 viene iniziata la costruzione del nuovo stabilimento. Tre anni dopo il primo reparto delle pitture ad acqua, inizia a funzionare. |