ACCAATELIER2018
LA CABINA DELL’ARTE DIFFUSA
giardini pubblici di Piazza Peyron, Torino
NESSUNA PIAZZA E’ UN’ISOLA
29 SETTEMBRE 2018 H. 16.00-21.00
Nessuna piazza è un’isola.
Una piazza è luogo naturale d’incontro di persone che provengono dalle innumerevoli strade che vi convergono.
Come un’isola in mezzo al mare.
Ma, al contrario di un’isola, la piazza della Cabina dell’arte Diffusa, fedele al suo nome, è luogo sì di incontro, ma altrettanto è luogo di rilancio e rilascio.
L’antica destinazione d’uso della ex Cabina Telecom, la comunicazione affidata al telefono oggi è rinnovata attraverso l’incontro diretto tra le persone, utilizzando l’arte come medium.
La piazza, quindi come un’isola, ma nessuna piazza, piazza Peyron in particolare, è e deve essere un’isola.
Abbiamo voluto rendere forte questo messaggio, invitando per AccaAtelier 2018 artisti amici, provenienti da altre isole, ma non isolati, in quanto antichi frequentatori della Cabina e promotori del suo messaggio.
Per le ovvie questioni logistiche, la Cabina vedrà la sua partecipazione ad AccaAtelier concentrata nella giornata di sabato 29 settembre, a partire dalle ore 16, fino verso le ore 21.
Saranno presenti, attraverso le loro opere:
Giuseppe Sinatra, da Palermo, con “Centrini Storici” un progetto di assoluta originalità nell’utilizzo di stampe fotografiche in cianotipia.
Eugenio Sinatra, da Palermo, con i suoi preziosi e rari lumenprints
T.A.M. di Mimmo Di Caterino e Barbara Ardau, da Cagliari, con la performance validata a distanza delle opere da un’Accademia che non c’è in un’isola che c’è
Marco Martz, torinese resistente di Sardegna, con il live painting “Il fiore del partigiano” che diventerà opera stabile della collezione permanente della Cabina
Perro Academy, di Mauro Perro, dalle isole del nostro io interiore, con una performance di Tai Ji Quan in navigazione notturna.
LA CABINA DELL’ARTE DIFFUSA
giardini pubblici di Piazza Peyron, Torino
Esiste a Torino un luogo, dal 25 marzo 2016, che può ragionevolmente definirsi il più piccolo centro culturale polivalente del mondo, un metro quadro di estensione, all’interno di una ex cabina telefonica della Telecom, ormai dismessa.
Un progetto ideato da Daniele D’Antonio e condotto, gestito, alimentato dall’Associazione Tribù del Badnightcafè.
E’ un totem giallo e nero, che si nota da ogni angolo della piazza, aperto al mondo 24 ore su 24, per tutti i giorni dell’anno.
Ospita libri, portati, presi, prestati, rubati e ricondotti dal popolo che anima i giardinetti, ma a differenza di tanti altri esempi di cabine telefoniche adibite al book crossing, questa non è semplicemente contenitore, non è semplicemente packaging decorato/ivo.
Il cuore delle attività della Cabina è costituito da mostre, eventi, concerti, readings e presentazioni di libri, lezioni universitarie o di alta cucina.
Periodicamente, soprattutto di domenica mattina, grazie all’adesione di coloro che si sono avvicinati a questo progetto e lo hanno preso a cuore.
Senza contributi pubblici, senza sponsor privati.
La Cabina ha annullato le distanze tra il pubblico e l’oggetto dell’evento, mettendo a contatto i produttori di arte, di cultura, direttamente con le persone.
La Cabina dà voce e spazio a tutto ciò che non fa parte dei circuiti ufficiali, o di quelli di massa, o di quelli d’elìte.
La Cabina è la riappropriazione, con una gestione in condivisione di risorse tra tanti soggetti, di spazi obsoleti, per restituirli rinnovati nella funzione, nella fruizione, alla popolazione.
Tutto questo è stato raccontato in un film, “Agata pensaci tu” uscito nel febbraio 2018, realizzato e proiettato esattamente con lo stesso spirito che anima la Cabina: aggregazione di tanti soggetti, condivisione delle potenzialità di ognuno, coinvolgimento sociale.
La Cabina afferma il diritto di esistere di ognuno di noi, la ricerca della comunicazione, la valorizzazione dell’infinito insieme di tante individualità.
La Cabina, per costituzione genetica, strutturale e concettuale è un luogo aperto: in un mondo di chiusure progressive questa, forse, resta una delle poche isole che resistono a mari in tempesta.
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