BAGNI PUBBLICI: APPROVATO IL NUOVO REGOLAMENTO gennaio 2012
Il Consiglio comunale ha approvato, questo pomeriggio, il nuovo “Regolamento servizio dei bagni pubblici comunali” che sostituisce il precedente “Regolamento per l’esercizio ad economia dei bagni municipali a doccia ed in vasca e lavatoi municipali”, emanato nel maggio del 1912 per disciplinarne il servizio nelle zone con abitazioni sprovviste di bagni propri. Il nuovo regolamento disciplina la gestione dei bagni pubblici, l’affidamento in concessione ed i suoi rinnovi, la manutenzione ordinaria e quella straordinaria, tenendo conto delle trasformazioni del tessuto sociale della nostra città e delle mutate esigenze dei fruitori di tale servizio, anche considerando le diverse situazioni che si incontrano nelle circoscrizioni. Per questo, il regolamento è stato approntato prestando la necessaria attenzione affinché i bagni pubblici siano inseriti all’interno di strutture diversificate e multifunzionali che tengano conto non solo delle necessità igieniche e sanitarie ma, anche, di quelle legate al ritrovo ed alla aggregazione sociale. Prima del voto della delibera contenente il regolamento, sono state approvate alcuni emendamenti discussi nelle scorse settimane dalle commissioni competenti. La durata delle singole concessioni avrà durata variabile, compresa fra i 3 e i 15 anni. I bagni comunali a Torino sono 7: in via Luserna di Rorà 8 (Circoscrizione 3), via Bianzè 28 (C. 4), via Roccavione 11 (C. 5), via Agliè 9 (C. 6), via Fiochetto 15 e corso Regina Margherita 33 (C. 7), via Cherasco 10 (C. 9).
25/05/2002 La Stampa
SPECCHIO DEI TEMPI
Un lettore ci scrive: «Sono un pensionato torinese di 81 anni che usufruisce dei bagni municipali di via Bianzè. I suddetti bagni sono stati chiusi per lavori il 10 febbraio 2001, durata lavori 88 giorni sul cartellone.
«Sono trascorsi 420 giorni ed i suddetti bagni sono ancora chiusi e nessuno ci lavora. Prego il sindaco di intervenire per fare riaprire i suddetti bagni che per noi anziani sono comodi e la loro chiusura ci crea problemi quotidiani».
Sergio Lavagnino specchiotempi@lastampa.it
(http://archivio.lastampa.it/articolo?id=d9b66d7392e8d390d97f60b9f3234b0b0b24ea5b)
La Repubblica 29/09/2009
Palpeggia una donna fermato ai bagni pubblici
LE HA palpeggiatoi seni mentre si trovava nei bagni pubblici di via Bianzè. Ma non ha fatto i conti con la reazione della donna, una italiana di 37 anni, che ha subito chiamato la polizia. P. B., un romeno di 42 anni, è ora sottoposto a fermo con l’ accusa di violenza sessuale. L’ episodio siè verificato ieri, poco prima delle 14. Il romeno, senza fissa dimora, aveva appena terminato di utilizzare i bagni pubblici del quartiere Campidoglio. Alla cassa della struttura l’ incontro con la donna, una inserviente della struttura, e il gesto, improvviso e inaspettato. La donna si è rifugiata dietro alla cassa e ha chiamato il 113. Gli agenti delle volanti dell’ Ufficio prevenzione generale hanno bloccato il palpeggiatore che si trovava ancora all’ interno dei bagni pubblici.
Martedì 7 luglio 2015 alle ore 21 si terrà al Cinema Massimo di Torino, in via Verdi 18, la prima piemontese del film Gente dei Bagni, documentario di esordio di Stefania Bona e di Francesca Scalisi. In sala anche una delle registe.
Il film, ambientato negli ultimi bagni municipali di Torino, restituisce il ritratto di una tanto nascosta quanto cocente attualità, quella degli indigenti, vecchi e nuovi, che ancora oggi un bagno non ce l’hanno. Una realtà amplificata anche dalla recente crisi economica, che porta a mischiare tra loro i destini di italiani e stranieri, di vecchi e giovani, avventori e custodi. E così, per il tempo di una doccia, i Bagni di via Bianzè divengono un vivace teatro di incontri, racconti, sodalizi e liti, dove categorie sociali un tempo distinte oggi si ritrovano accomunate da uno stesso bisogno.
«Era importante dare voce a questo particolare microcosmo, capace di riflettere il mondo esterno in un caleidoscopio di storie e di universi e di sovvertire gli stereotipi del mondo “al di fuori”, sostituendo il concetto di Stato con quello di comunità», dicono le registe. «In questa particolare dimensione, dove culture diverse s’incontrano durante uno dei momenti più intimi e privati dell’uomo, la pulizia del proprio corpo, il lavarsi diviene metafora dell’atto del purificarsi dalle fatiche e dalle ingiustizie, permettendo alla “gente dei bagni” di riscoprirsi essere umani».