Opera : “Choromosoma” (2002) via Locana, 14 – MAU Museo d’Arte Urbana – Torino
Enrico De Paris è nato a Belluno nel 1960, vive e lavora a Torino ed a Venezia.
Enrico De Paris è stato uno tra i più interessanti artisti emersi nella scena torinese nei primissimi anni Novanta, in una fase dell’arte sia cittadina che nazionale piuttosto confusa e contraddittoria. I lavori dei primi anni, quelli che hanno fatto conoscere l’artista ed il suo inconfondibile stile come una sorta di marchio di fabbrica, sono stati prevalentemente tele prodotte con una tipologia narrativa caratterizzata dalla proposta di paesaggi metropolitani immaginifici ma al tempo stesso verosimili, visti con un’angolazione prodotta da un’ ipotetica lente deformante. In seguito l’artista è riuscito ad essere fedele alla sua impostazione iconografica non esaurendola in breve tempo come è stato per molti altri venuti alla luce in quel periodo. Dopo le prime estroversioni datate fine anni ’90 De Paris è arrivato a realizzare installazioni sempre più articolate e complesse. La poetica dell’artista ha da sempre sotteso il desiderio di ricongiungimento con il mondo, la volontà, tipica dell’estetica dell’inorganico, di abbattere la barriera tra interno ed esterno, di andare oltre la concezione dell’opera come produttrice di un autonomo ordine simbolico per renderla realmente “aperta”, cosa resa possibile dall’avvento dell’era culturologica della contemporaneità, o post modernità che dir si voglia. Quindi le sue opere attuali, quelle su scala ridotta così come le installazioni dotate di maggiore imponenza tendono a dar conto dell’avvento di una nuova fase storica in cui le capacità manipolatorie dell’uomo sul proprio corpo , su quello altrui e sulla natura si sono enormemente ampliate e l’orizzonte biogenetico appare il tema su cui in dibattito si fa più appassionato e contraddittorio : spetta all’arte, sembra dire De Paris con le sue argute metafore, porsi l’obiettivo di indicare all’umanità una possibile dimensione etica che non può prescindere dall’eterno aspirare al Bello. L’andamento curvoidale delle composizioni dell’artista ha da sempre richiamato alla memoria lo schema ad elica del DNA : in “Choromosoma” si indaga e si disvela tridimensionalmente la struttura interna di quello che è l’edificio del nostro corpo, costituito da 46 cromosomi suddivisi in 23 coppie. De Paris concretizza questa sua visione dell’arte e del mondo realizzando opere complesse composte da ampolle di vetro tra loro comunicanti al cui interno raffigura infiniti microcosmi, retaggio di memoria ed anelito di futuro. Assistiamo, quindi, alla realizzazione di opere d’arte “totali” e polimateriche, dove convivono luci, suoni, video ed oggetti tratti dalla quotidianità, a costruire un grande ed utopico affresco sulla contemporaneità più ristretta ed immanente, in cui il messaggio sotteso è la concreta speranza che l’uomo sappia adoperare questi nuovi e potenti strumenti da egli stesso creati per costruire una società in cui la qualità della vita e l’armonia tra le varie componenti diventi centrale.
L’opera facente parte della collezione del Museo d’Arte Urbana è stata realizzata nel 2002, sopra la parete di un immobile di via Locana 14, storica sede, nei primi del Novecento, della Fabbrica di Vernici Paramatti, attualmente proprietà del collezionista ed imprenditore Federico Manassero.
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