BAM BIENNALE D ‘ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DEL PIEMONTE
Edizione ON TOUR 2019
Today Arte ed Ambiente : un dialogo tra natura e cultura
Fonderie Teatrali Limone via Pastrengo 88 Moncalieri
Inaugurazione venerdì 27 settembre 2019 ore 18.00
Direttore Artistico : Prof. Riccardo Ghirardini
Curatore : Prof. Edoardo Di Mauro
Art Director : Giovanna Repossi Spelta
Contributo teorico del Prof. Massimo Barzagli
La BAM – Biennale d’Arte Moderna e Contemporanea del Piemonte ha una precisa finalità, in controtendenza rispetto alla “biennalite” caratterizzante la scena artistica contemporanea nell’era della globalizzazione, che è quella di valorizzare l’arte e la creatività piemontesi dal secondo dopoguerra ad oggi, secondo un percorso che, ad ogni scadenza, si indirizza verso aree diverse di analisi storica e contenutistica.
Dopo “Proposte artistiche in Piemonte 1996/2004” della sperimentale edizione del 2004, e “Arte in Piemonte 1975/1995” tema del 2006 e prima fase di reale consolidamento dell’iniziativa, ed il significativo intermezzo della “BAM on Tour 2007”, nel 2008 abbiamo approntato una manifestazione intitolata “Art Design”, che ha conosciuto un significativo corollario nell’estate 2009 con uno spettacolare allestimento presso il Castello di Racconigi che, unitamente alla presenza ad Artissima, ha sancito il lancio definitivo di una manifestazione nata per pura scommessa intellettuale e tramutatasi in un appuntamento importante nel folto panorama di iniziative artistiche che caratterizza Torino ed il Piemonte. Nel 2010 con “BAM Piemonte Project Grafik” , bissata con “BAM on Tour 2011” per la prima volta a Torino, abbiamo, con successo, privilegiato il rapporto tra l’arte e la grafica pubblicitaria ed industriale, ma anche il fumetto ed il neo pop. La quinta edizione della BAM si è svolta, dopo Verbania per le prime tre edizioni e Carmagnola per la quarta, a Chieri, in sedi prestigiose quali la Biblioteca e l’Imbiancheria del Vajro, ed anche nelle vetrine del centro cittadino, con il titolo “Contemporary Photobox 2012”, con l’ obiettivo di cogliere l’evoluzione di una linea stilistica legata all’uso delle tecnologie quindi fotografia, video ed immagine digitale. La “BAM on Tour 2013”, dedicata alla giovane fotografia piemontese, si è svolta presso l’NH Lingotto Tech. Con la sesta edizione, anticipata rispetto al consueto nel febbraio 2014 sempre presso l’Imbiancheria del Vajro, “BAM Piemonte Project 6 80”, dedicata a quel stimolante e controverso decennio, ed un allestimento coronato da un autentico e pieno successo, riteniamo che la BAM sia entrata definitivamente nell’eccellenza delle rassegne artistiche della nostra regione. Fatto certamente confermato dalla “BAM on Tour 2015”, che, in sintonia con le celebrazioni religiose svoltesi nel 2015 nella nostra regione, ha allestito una mostra in tema presso il Giardino delle Rose del Castello di Moncalieri, dal titolo “Il cuore sacro dell’arte. La dimensione spirituale nell’arte piemontese contemporanea”.
L’edizione 2016, svoltasi nel Foyer delle Fonderie Teatrali Limone. a Moncalieri, ha affrontato un tema affascinante ma non facile per chi è costretto, come noi, a rapportarsi con budget ristretti, il rapporto tra arte e moda. La manifestazione, dal titolo “MODO. La moda dell’arte, l’arte nella moda”, ha avuto un esito assolutamente positivo.
L’edizione 2017 della BAM on Tour, si è inoltrata, aggiornandolo nei contenuti, in un tema già sviluppato con successo nel biennio 2008/2009, quello del legame tra arte e design, ottenendo un grande successo di pubblico e di critica.
Titolo “Contemporary Artdesign”. Luoghi divisi tra Moncalieri, Fonderie Teatrali Limone, e Torino, con due importanti spazi privati come la galleria Panta Rei, e Interni Bonetti.
L’ottava edizione della Biennale, per la prima volta nell’area metropolitana nord di Torino, presso gli ampi e bene attrezzati locali espositivi della Casa del Conte Verde in via Fratelli Piol 8 a Rivoli., ha affrontato la storia recente dell’arte contemporanea.
Con il titolo “Anni Novanta : il decennio delle illusioni” si è discusso, con successo davvero notevole, di un decennio controverso come gli anni Novanta
Sarà affrontato un decennio controverso come quello degli anni Novanta.
Tema di questa settima edizione ON TOUR della Biennale, un argomento centrale alla poetica dell’arte contemporanea fin dagli Sessanta, quello del rapporto tra artificio, natura e cultura.
Titolo Today Arte ed Ambiente : un dialogo tra natura e cultura.
Artisti invitati :
Theo Gallino, Corrado Bonomi, Daniele D’Antonio, Stefano Martino, Ugo Venturini, Ornella Rovera, Delia Gianti, Gianni Gianasso, Roberta Toscano, Cinzia Ceccarelli, Monica Garone, Milla Bandiera, Tea Giobbio, Giulia Gallo, Giuseppe Falcone, Silvia Fubini, Fulvio Bortolozzo, Eraldo Taliano, Annamaria Serra, Manuela Carrano, Elena Radovix
Sostenitori istituzionali : Città di Moncalieri, Regione Piemonte, Fondazione CRT
Patrocinio : MIBAC Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Accademia Albertina di Belle Arti
Partner : MAU Museo d’Arte Urbana, Azimut la direzione per investire, Agostudio arte grafica contemporanea, FC Studio legale tributario
Inaugurazione : venerdì 27 settembre 2019 ore 18.00
Fonderie Teatrali Limone via Pastrengo 88 Moncalieri
Durata : fino al 29 ottobre per orario consultare il sito www.biennaledelpiemonte.com
Info : +39 3494665091 3356398351 hakassociati@gmail.com
La poetica artistica del Novecento, a partire dall’avanguardia storica, in questo caso non solo l’organico ed anticipatore Futurismo, ma soprattutto Dada, con l’intuizione oggettuale di Marcel Duchamp, orinatoi e ruote di bicicletta investite di aura artistica dalla forza sciamanica dell’artista e gli assemblaggi di Kurt Schwitters, si è cimentata con una concezione nuova dell’arte, un’arte che fosse in grado di aprirsi al mondo, contaminarsi con il quotidiano tramite l’acquisizione di reperti di realtà secondo la logica dell’ “objet trouvè”. Queste tematiche hanno trovato una diffusione su larga scala, nell’ambito di un concetto e di una pratica di avanguardia “normalizzata” a partire dal secondo dopoguerra. La lunga e composita stagione dell’Informale verteva attorno ad un tema prevalente, quello di un’azione artistica intesa come manifestazione di energia vitale, apertura nei confronti dei fenomeni, dialettica tra interno ed esterno. Il limite comune alla maggior parte di quegli artisti fu di carattere oggettivo, quello di non avere violato, nella maggioranza dei casi, quel tabù bidimensionale che appariva ormai come un limite da superare, stante i presupposti teorici. Presupposti, comunque, estremamente avanzati. Già nella seconda metà degli anni ’50 si sviluppano le linee guida di quella che sarà la successiva stagione del Concettuale. Tra le molte correnti di pensiero fortemente venate di profetica utopia che agitano il dibattito culturale di quegli anni si distingue il Situazionismo di Guy Debord. Predicando un nuovo concetto di arte, svincolata da qualsiasi principio di valore e dall’inserimento in quel sistema borghese che finiva per neutralizzarne l’eversione linguistica, riducendola sostanzialmente a prezioso bene di consumo, merce tra le merci, i Situazionisti sostenevano l’esigenza di un’arte puramente comportamentale, da viversi e consumarsi nel “qui ed ora”, indistinguibile da qualsiasi altra azione esistenziale. In particolare la teoria del “detournement” prevedeva la realizzazione di opere costruite seconda la tecnica dell’assemblaggio di materiali ed oggetti recuperati, scorie tratte dall’opulenza della società industriale e vivificate, fatte assurgere a nuova vita e significanza dall’atto creativo. Nell’eterno gioco di rimbalzi e rimandi che caratterizza il ciclo dell’arte, questi temi si ritrovano “tout court” all’interno del concettuale di matrice “mondana” quello, per intenderci, aperto al contatto con il mondo dell’esperienza, che in Italia ha trovato la sua sublimazione nell’Arte Povera. Già il titolo coniato da Germano Celant per etichettare la sua intuizione critica stava ad indicare la volontà di svalutare il lato “ricco” ed esclusivo dell’arte in virtù dell’impiego di materiali archetipi e primari, lasciati liberi di modificarsi seguendo il loro ciclo naturale di metamorfosi chimica e fisica, alla ricerca di un dialogo tra natura e cultura perseguito anche tramite l’impiego di tecnologie duttili ed elementari come la luce al neon. Con l’avvento del successivo ciclo caratterizzato dall’ingresso in una fase di post modernità i temi relativi ad un utilizzo dell’arte contemporanea come viatico per una migliore qualità della vita hanno assunto, specie nell’ultimo quindicennio, una evidente centralità.
La pratica dell’assemblaggio di scarti della civiltà dei consumi è diventata pratica abituale, da interpretarsi anche alla luce di una più diffusa sensibilità ambientale, vissuta sullo sfondo del sempre più evidente problema di smaltire e riciclare l’enorme massa di rifiuti attualmente prodotta, così come la sperimentazione di nuovi ed inediti materiali plastici e sintetici, in grado di agevolare gli artisti nella creazione di installazioni capaci di combattere ad armi pari una battaglia di immagine nei confronti dell’incessante incedere di patinati simulacri tipici della nostra società caratterizzata, nel bene e nel male, dall’invasività della tecnologia e degli strumenti di comunicazione.
In occasione di questa manifestazione il tema è proprio quello del rapporto tra arte e questione ambientale sviluppato tramite l’impiego di elementi provenienti dall’universo naturale ,di materiali di recupero e, più generalmente, “economici”, tramite cui porsi l’obiettivo di un rinnovamento delle forme del linguaggio.
Oppure tramite l’evocazione simbolica della questione ambientale condotta con gli strumenti della pittura, della fotografia e della scultura, con l’icasticità pura e semplice superata dalla capacità degli artisti di proporre immagini in grado di colpire la sensibilità dello spettatore, inducendolo ad una riflessione in grado di andare oltre la logica delle dichiarazioni non a torto allarmistiche sullo stato del’ecosistema mondiale, talmente frequenti da correre il rischio, tipico della nostra fase di comunicazione invasiva, di azzerarsi in un indistinguibile rumore di fondo che può generare assuefazione e quindi venire percepito distrattamente.
La selettiva selezione ha tenuto rigorosamente contro dei parametri appena citati.
In mostra, con l’allestimento curato da Riccardo Ghirardini , sarà possibile ammirare il lavoro di autori degli anni Ottanta e Novanta, spesso ospiti delle varie edizioni della Biennale, sedici dall’anteprima del 2002 ad oggi, di artisti emergenti e di giovani provenienti dal fertile vivaio dell’Accademia Albertina, con cui la BAM ha firmato una convenzione di collaborazione didattica.
La lunga durata della mostra mi permetterà di integrare questo testo con considerazioni sui lavori esposti, attualmente in fase di definizione.
Edoardo Di Mauro, agosto 2019