Venerdì 18 novembre dalle 18 alle 19 presso la Biblioteca Civica Centrale in Via Cittadella 5 (Sala Conferenze) finissage della mostra fotografica “leggi=immagina una città”.
Dopo essere stata esposta alla Biblioteca Civica “Cesare Pavese” dal 19 settembre al 1 ottobre (https://www.facebook.com/leggiimmaginaunacitta/posts/1798956880351635) e dal 5 al 15 ottobre alla Biblioteca Civica “Alessandro Passerin D’Entreves” (https://www.facebook.com/leggiimmaginaunacitta/posts/1806221282958528), la mostra chiude la sua terza esposizione dal 5 al 19 novembre presso la Biblioteca Civica Centrale (https://www.facebook.com/leggiimmaginaunacitta/posts/1825003744413615) con un momento per salutarsi e salutare i vincitori di quest’anno, Denisa Stella, Brunella Pernigotti, Marco Petrino, e le Biblioteche Civiche Torinesi che ci hanno ospitato, preparandosi per il concorso del prossimo anno!
https://www.facebook.com/events/986998471427470/
I vincitori del concorso leggi=immagina una città 2016
1 classificato, Denisa Stella
2 classificato Brunella Pernigotti
3 classificato Marco Petrino
Motivazioni:
Le opere selezionate e premiate hanno ripreso al meglio la suggestione e relativa chiave di lettura proposta nel bando del concorso, tratta da un passo del Pendolo di Focault di Umberto Eco:
“…Qualsiasi dato diventa importante se è connesso a un altro. La connessione cambia la prospettiva. Induce a pensare che ogni parvenza del mondo, ogni voce, ogni parola scritta o detta non abbia il senso che appare, ma ci parli di un Segreto. Il criterio è semplice: sospettare, sospettare sempre. Si può leggere in trasparenza anche un cartello di senso vietato…”.
Le tre opere sono infatti collegate tra loro dalla ricerca di una chiave di lettura del territorio urbano che va oltre l’immediato soggetto del primo piano, ma focalizzata sul piano successivo, spesso riflesso o visto in trasparenza. La proposta di Denisa Stella, riportando l’immagine del camaleonte, aggiunge un elemento simbolico della città e dei suoi abitanti, non fissi ed immutabili nel tempo, ma adattabili alle mutate condizione dell’ambiente che vivono, in grado di sopravvivere a questo unicamente in funzione delle loro capacità di adattamento come, appunto, i camaleonti.
La proposta di Brunella Pernigotti introduce nello sviluppo del tema la presenza umana, sullo sfondo, intenta in azioni del vivere quotidiano: sorridere, camminare. Ecco qindi che ciò che notiamo come piano secondario dell’immagine rivela l’esistenza, fisicamente tangibile, di una umanità che vive e popola la città, insieme ad essa, nonostante questa.
La terza opera, di Marco Petrino, esplicita definitivamente il messaggio proposto e più concettualmente espresso dalle altre due opere, introducendo un elemento nuovo: la rete, intesa come divisione, setto, barriera e frontiera invalicabile che ostacola la libertà di pensiero, di azione, di socialità. Il monito chiaramente leggibile sullo sfondo è il messaggio ultimo che l’autore lancia, invitando, o intimando, l’abbattimento delle barriere, di qualsiasi barriera, per guardare oltre e rendere i luoghi del vivere territori di socialità e confronto, oltre che scambio.
Daniele D’Antonio