Già nel ‘600 si trova memoria a Torino della nascita di aziende per la fabbricazione e la vendita del cioccolato, prodotto allora quasi solo in forma liquida, come bevanda in tazza. Nel 1678 la Madama Reale concesse a Giò Antonio Ari il privilegio divendere pubblicamente la bevanda di cioccolata, che divenne la “Bavareisa” (da “bevarina”). Ma risulta che già in quei tempi si lavorasse il cioccolato in forma di curiosi cioccolatini chiamati “Diablotin” (diavoletti). La corporazione dei confettieri, acquavitari e liquororisti in Torino risale al 1739. Quando, poi, nei primi anni dell’ottocento si diffusero i locali pubblici, questo curioso miscuglio liquido venne servito bollente in bicchieri con supporto e manico in metallo e il tutto prese il nome di “Bicerin” (piccolo bicchiere). Col volgere dell’800 cominciò a diffondersi rapidamente l’uso dei piccoli confetti, sotto il nome di ”dragèes”, ”diablotins” e ”gianduiotti”, questi ultimi minuscoli lingotti di pasta di cacao mescolata a nocciole tritate. Dal famoso “Diablotin” si arrivò, nel 1867, su brevetto della Caffarel Prochet al Gianduiotto, dedicato a Giandoja, la maschera tradizionale della Città ed è da sempre considerato il più caratteristico e noto cioccolato di Torino. Si ottiene mescolando il cacao con lo zucchero, il latte e le nocciole delle Langhe.
La fabbrica Ringler, di “Cioccolato, Caramelle e affini”, almeno fino dal 1937, anno in cui compaiono inserizioni pubblicitarie sulla rivista municipale “Torino” che ne denunciano l’attività, aveva sede in via Balme 47, in un edificio di un piano in muratura mista con volte e tetti a capriate in legno e tegole, suddiviso in 26 locali che si sviluppava al centro dell’isolato compreso fra le vie Balme, Nicola Fabrizi, e i corsi Lecce e Svizzera.
La Stampa 25 Luglio 1934
Foreign commerce weekly, 5 gennaio 1953
Durante la Seconda Guerra Mondiale, fu colpito da bombe dirompenti e incendiarie. Il ripristino fu immediato e completo.
Nel giugno 1945 è già l’avvenuta ricostruzione dei locali distrutti e il ripristino di quelli sinistrati. Attualmente sull’area sono presenti condomini a uso abitazione di 7, 8 piani fuori terra costruiti negli anni Sessanta – Settanta del Novecento.