Venerdì 25 marzo 2022, dalle 18.00 alle 20.30, si inaugura, presso la Galleria del Museo d’Arte Urbana, via Rocciamelone 7/c Torino, la personale di Gianluca Nibbi, “The Desert Kings”, a cura di Edoardo Di Mauro ed Alberto Garino.
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L’artista è autore di tre importanti opere murali della collezione del Museo d’Arte Urbana in Borgo Campidoglio.
L’evento fa parte del cartellone di Eurovision Song Contest 2022 e del progetto Fucina Campidoglio.
Fino al 15 maggio 2022 su appuntamento.
Info: +39 335 6398351 info@museoarteurbana.it
In collaborazione con Comune di Torino.
Enti sostenitori: Regione Piemonte, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Camera di Commercio di Torino, Comune di Rivalta.
Sponsor tecnici : OIKOS La Pittura Ecologica, Fiammengo Federico srl
Partner: Officine Brand www.officinebrand.it Galleria Campidoglio www.galleriacampidoglio.it Tribù del Bad Night Cafè/Cabina dell’Arte Diffusa, Torino Oggi.
Gianluca Nibbi è un ancora giovane ed eccellente testimone di come la pittura sia attualmente strumento privilegiato per una buona fetta dell’ultima generazione.
L’arte della dimensione globalizzata è caratterizzata da un’euforia in buona parte artificiosa e determinata, a mio parere, principalmente dall’invasività di un apparato comunicativo che, sempre più famelico di argomenti da dibattere e divulgare, ha scoperto, da ultimo, anche l’arte come detentrice di una non trascurabile nicchia di interesse, in particolar modo quando si avvale degli strumenti retorici dello stupore e del sensazionalismo, come ben ha insegnato, a suo tempo, la sagace lezione di marketing della nuova arte inglese.
Questo “ritorno alla pittura” è invece fenomeno puramente nostrano, figlio più che altro della stanchezza intollerabile prodotta dagli anni ’90, con la loro ininterrotta sequela di trovate neoconcettuali e di artisti, così come anche di critici, “usa e getta”.
In realtà la pittura, dopo un’evidente assenza di alcuni anni, dovuta alla fenomenologia di un’arte che aveva imposto gli ardori minimalisti ed analitici del Concettuale storico, è ritornata in forze sulla scena dopo la metà degli anni ‘70, dapprima in solitaria, dagli anni ’80 in poi, fino ad oggi, in compagnia di altre modalità espressive che danno corpo all’eclettismo artistico contemporaneo.
Lo spazio di questo intervento è troppo breve per dare conto dei passaggi e delle varianti dell’ultimo periodo.
Dirò solo che l’ultima generazione pare usare il tramite pittorico per stabilire con lo scenario contemporaneo un rapporto di evocazione, sublimando il reale per trarne i riposti umori, sfidando la fotografia e costringendola a adeguarsi rincorrendola sul suo terreno.
Gianluca Nibbi è un’artista che si è formato all’Accademia Albertina di Torino, culla di talenti pittorici.
Il suo stile ed il suo comportamento denotano una autentica passione, un’espressività sincera e non mediata da concessioni al gusto del momento. Per Nibbi la pittura è sinonimo di intensità emotiva e viscerale, manualità sofferta ed al pari meditata, autentica e rinnovata “teknè”.
I suoi lavori, di dimensioni spesso imponenti ed in grado di scuotere emotivamente il fruitore, si sposano perfettamente con il termine di “contemporaneità evocata” da me talvolta usato per delimitare la predominante espressiva della giovane arte, in pittura ma non solo.
I temi attualmente prediletti sono concreti, talvolta drammatici, tratti dalla realtà.
La realtà dell’Africa e di altri luoghi non centrali del mondo con i volti innocenti di bimbi o più segnati di adulti, uomini e donne, che, ad onta di una condizione esistenziale spesso ai limiti dell’umano, esprimono un autentico candore ed una insopprimibile gioia di vivere.
Con la pittura Nibbi riesce ad infondere a queste immagini un tocco di magia e, per dirla con Baudelaire, di “surrealtà”, facendole levitare dalla materialità del reale, dagli archivi della documentazione, al sempiterno superiore significato dell’immagine simbolica.
Nelle opere presenti in questa personale presso la Galleria del Museo d’Arte Urbana, realizzate con colori ad olio su tela di juta grezza Nibbi, per sua ammissione, si sofferma sulla psicologia delle persone ed il “grado zero” dell‘espressione, privilegiando il sentimento di base ed il coinvolgimento nello stupore della vita quotidiana.
Edoardo Di Mauro