Il Prof. Di Mauro a rappresentare il Museo d’Arte Urbana presso il Polo del ‘ 900 per il convegno “Oltre i muri: vent’anni del progetto Murarte”
In occasione del convegno
“Oltre i muri: 20 anni del progetto Murarte”
Edoardo Di Mauro,in rappresentanza del MAU, il Museo di Arte Urbana di Torino in Borgo Campidoglio, ed in veste di presidente, è intervenuto portando come caso studio il restauro conservativo dell’opera “Cor lesu”. eseguito dalla restauratrice Rita Pontarollo della Art Deco Snc di Torino.
Le problematiche conservative della Street Art, intese come arte contemporanea, sono il futuro della ricerca e sperimentazione, dove non avendo una letteratura a cui fare riferimento, necessita di investimenti e risorse economiche da parte delle istituzioni , per un serio approccio al restauro conservativo, di questo importante patrimonio artistico dei centri urbani del nostro secolo.
Ore 14, sala conferenze, Corso Valdocco 4/a:
Tavolo n°3: Street art e neo muralismo: conflitti di interesse in corso. Permanenza e temporaneità. Documentare, conservare, archiviare, istituzionalizzare la street art
Edoardo Di Mauro – Associazione MAU, Torino
Germano Tagliasacchi – Fondazione Contrada Torino Onlus
Associazione Monkey’s Evolution, Torino
Associazione Il Cerchio e Le Gocce, Torino
Annarita Marocchi – Ancitel
Luca Borriello – Inward, Napoli
Luca Ciancabilla e Gian Luca Tusini – Università di Bologna, Dipartimenti delle Arti e dei Beni Culturali
Dominique Maria Scalarone – CAPuS, Università di Torino
https://www.facebook.com/events/2462378977376784/
Restauro dell’opera “Cor lesu” di Roberta Fanti
Storia di un restauro in chiave moderna
Rita Pontarollo
Tutto nasce dall’incontro dell’archivista del MAU – il Museo di Arte Urbana di Torino con Rita Pontarollo la restauratrice…
Uno scambio di poche battute per capire al volo che non si può aspettare oltre.
Il rischio è perdere l’opera per sempre.
Accetto la sfida. Vado in sopralluogo.
L’opera moderna ” Cor Lesu” è gravemente compromessa.
Il problema più evidente è dato da un distacco delle pellicole pittoriche dal supporto.
La tinta di fondo ocra, a base acrilica, sulla quale l’artista ha realizzato l’opera, è stata realizzata su una vecchia tinta a calce, come era tipico di queste belle casette di fine ottocento. La conseguenza di questa leggerezza è stata che non ha “aggrappato” per usare un termine non tanto corretto ,ma che da chiaramente l’idea del problema.
In realtà le tinte a base acrilica poco hanno a che fare con le tinte a calce.
Come dire per capirci, che se la calce è traspirante l’acrilico è il suo esatto contrario.
Una pellicola acrilica sulla quale è stata realizzata l’opera che si microfessura con il tempo, per il fenomeno della dilatazione e che successivamente si ritira, in base alle temperature esterne.
Le microfessurazioni permettono lentamente l’infiltrazione delle acque piovane.
Ed ecco che il danno è fatto. La pellicola si distacca e perde elasticità, seccandosi e diventando fragilissima.
Il restauro da me compiuto ha visto una preliminare pulitura delle superfici.
Successivamente a base di impacchi di acqua tiepida, vaporizzazione e carta giapponese ho provveduto ad ammorbidire le scaglie di piccole e grandi dimensioni per farle riaderire successivamente al supporto mediante iniezioni di resine in dispersione acquosa.
Sono poi intervenuta anche sulle microfessurazioni con l’ausilio del bisturi eseguendo delle micro incisioni e permettere alla pellicola di riaderire al supporto.
Ho dovuto poi stuccare tutte le lacune e le fessurazioni per poter eseguire il ritocco pittorico.
Tutta la superficie dell’opera ha subito una serie di lavaggi cauti ad acqua tiepida, compresa la parte realizzata sulle persiane.
Infine ho provveduto a fissare la pellicola pittorica di tutta la superficie dipinta con una resina acrilica a base acquosa in diluizione 1:1
il restauro delle opere moderne, sul quale sto puntando molto la mia attenzione, è un campo ancora inesplorato.
Dopo una trentina d’anni che mi dedico al restauro conservativo delle superfici decorate dell’architettura oggi si aprono nuovi orizzonti.
Non abbiamo letteratura per poter dire se stiamo andando nella direzione giusta.
i materiali sono diversi.
Le tecniche miste date dall’utilizzo di supporti diversi, quali intonaco, ma anche metallo, legno, plexiglass sui quali possiamo trovare acrilici ma anche vernici spray, colori a solvente, ci mettono davanti problematiche di conservazione ben diverse da quelle fino ad ora affrontate.
Abbiamo anche un’altro aspetto da tenere in considerazione: l’artista può essere vivente.
Questo ci obbliga a interfacciarci, per quanto possibile, con chi ha realizzato l’opera.
Nel restauro specifico, io ho chiesto di incontrare l’artista, per poter aprire un dialogo ed un confronto sull’intervento che avrei compiuto.
La sua aspettativa era che l’opera potesse ancora “vivere”.
Spero di aver esaudito il suo desiderio…
Rita Pontarollo
Due parole sul MAU – il Museo di Arte Urbana e sull’opera
Buona lettura
Titolo opera: “Cor lesu”
Autore: Roberta Fanti
Datazione: 2009
Tecnica: acrilico su intonaco
Collocazione: MAU – Museo d’Arte Urbana di Torino
Note sull’autrice: Roberta Fanti e’ nata a Bologna, vive e lavora a Torino. Si e’ diplomata al Liceo Artistico di Bologna e in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Dal 1991 al 1996 e’ stata Docente di Anatomia Artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, dal 1997 al 1999 e’ stata Docente della stessa materia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e dal 2000 al 2004 all’Accademia di Belle arti di Foggia. Dal 2005 ad oggi, è Docente di Anatomia Artistica presso l’Accademia di Belle Arti Albertina di Torino, dal 2007 al 2018 di Computer Graphic e dal 2018 del corso Allestimento Spazi Espositivi presso la stessa Accademia.
Note sulla collocazione dell’opera:
Il MAU è collocato nel Borgo Vecchio del quartiere Campidoglio, un sito operaio sviluppatosi nella zona nord ovest di Torino tra il 1853 ed il 1919 e mantenutosi pressoché inalterato nella sua struttura fatta di case basse dotate di cortili verdi e di strade strette acciottolate, caratterizzata da un ampio numero di locali, botteghe artigianali, gallerie e studi d’artista e da un rapporto di vicinanza tra i residenti tale da farne un “paese nella città”.
Il progetto del Museo di Arte Urbana parte nel 1995. Dopo un lungo, difficile ed affascinante percorso il MAU è diventato a tutti gli effetti un nuovo museo della Città con l’approvazione da parte della Giunta Comunale con delibera del 12 aprile 2011 del Comitato Museo Arte Urbana e della Sottocommissione Arte Pubblica per il quartiere Campidoglio.
Il MAU di Torino è il primo progetto in fase di concreta realizzazione, in Italia, avente come scopo il dar vita ad un insediamento artistico permanente all’aperto collocato all’interno di un grande centro metropolitano, con il valore aggiunto di essere un’iniziativa partita non dall’alto ma dalla base, con il consenso e il contributo fondamentale degli abitanti.
Il nucleo originario del MAU è sito nel Borgo Vecchio Campidoglio, un quartiere operaio di fine’800, collocato non distante dal centro cittadino.
Una porzione di spazio urbano miracolosamente salvatasi dagli sventramenti operati dal Piano Regolatore del 1959, che ha mantenuto pressoché intatta la sua struttura a reticolo costituita da case basse con ampi cortili interni dotati di aree verdi, suddivise da vie strette, il tutto a favorire il rapporto di comunanza tra gli abitanti e una tipologia di insediamento, in una zona semicentrale di Torino, tale da farne un “paese nella città”.
Dal 1995 al 2017 sono state prodotte 123 opere murarie all’interno del Borgo Vecchio, alle quali si sono affiancate, dal maggio 2001, altre 35 nuove installazioni costituenti la “Galleria Campidoglio”, opere realizzate da 99 artisti. Quest’ultima, componente organica del Museo d’Arte Urbana, è sorta per volontà del Centro Commerciale Artigianale Naturale Campidoglio, all’interno delle iniziative del Piano di Qualificazione Urbana, promosso dagli Assessorati al Commercio di Comune e Regione. Si tratta di opere formato cm. 70 X 100, collocate permanentemente sulle pareti tra i negozi di via Nicola Fabrizi e corso Svizzera, protette da teche di plexiglas, che sono state dotate di illuminazione permanente.
Il 12 aprile 2011 la Giunta Comunale di Torino ha istituito il Comitato Museo Arte Urbana e la Sottocommissione Arte Pubblica per il quartiere Campidoglio. Con questo atto il MAU diventa ufficialmente una nuova struttura museale cittadina.
Il 1 aprile 2014 il MAU viene inserito, nell’ambito di una delibera quadro sull’arte pubblica a Torino, tra le realtà storiche riconosciute.
La prima sede era in via Musinè 19, dal 30 marzo 2014 la sede del MAU è in via Rocciamelone 7.
Una carrellata di immagini spiegano lo stato in cui versava l’opera, le fasi di restauro sopra descritte in breve ed il risultato finale del restauro.
Restauro ad opera di Rita Pontarollo
Collaborazione di Vito Navolio artista